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Toyota Auris – Free Ztl

La nuova Toyota è stata studiata per ridurre le emissioni ambientali.

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Grazie alla nuova Totoya Auris Ibrids non si avranno più problemi nelle città con varchi ZTL .La new entry, essendo un’ibrida, ci permette di andare dove vogliamo e non ci sarà più nulla da pagare! La Auris Ibrids, ci offre prestazioni elevate, piacere alla guida ed un minimo impatto ambientale.

Ecco la nuova Toyota!

E’ disponibile a benzina, diesel e full Hybrids.

 

 

 

Articolo sponsorizzato per Toyota

La fotografia surreale di Brock Davis

l designer e fotografo statunitense Brock Davis ha al suo attivo una copertina del Time, una serie di collaborazioni con riviste del calibro del New York Times, Wired, Esquire e O Magazine e può annoverare nel suo portfolio lavori per clienti come Porsche, Harley-Davidson e Gibson. Eppure, si diverte ancora a giocare con il cibo. Che si tratti di un cetriolo trasformato in un’orca assassina, di un orsetto gommoso in versione tappeto animalier o di un bicchiere di caffè esibizionista, il minimo comune denominatore delle sue opere è l’indubbio estro creativo e l’evidente ironia che le caratterizza. Il risultato, un progetto fotografico di certo eccentrico e sicuramente di grande e immediato impatto visivo. Tutti i suoi lavori sono visibili sul suo sito web Immagine

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L’arte della plastica

E’ un mondo fatto di plastica quello realizzato dall’artista Caterina Tosoni. L’artista raffigura con una bellissima tridimensionalità le contraddizioni della società odierna attraverso l’utilizzo di materie plastiche:fonte d’inquinamento da un lato, strumento quasi indispensabile dall’altro.

La plastica applicata al corpo umano nel caso della chiururgia estetica e plastica utilizzata per trapianti: il doppio volto della plastificazione della natura!

 

Il riso come materiale da costruzione

La cultura tradizionale, capita spesso di pensare, raramente sbaglia: detti ed abitudini tramandati per secoli trovano tutt’oggi fondamento di verità e saggezza. E’ questo il caso anche di un’antichissima soluzione in campo edile proveniente dalla Cina, ben 1500 anni fa, durante la Dinastia Ming.

I Cinesi, all’epoca, usavano mischiare la calce con una versione “appiccicosa” del riso (come quando lo cuciniamo con troppa acqua) e proprio da questo mix ottenevano una malta in grado di rendere gli edifici estremamente resistenti, perfino a terremoti.

 

Un gruppo di ricercatori ha recentemente scoperto il segreto di questo materiale: il ricercatore a capo del gruppo, Bingjian Zhang, rivela che la particolare peculiarità è dovuta alla presenza di amilopectina.

L’amilopectina è uno dei componenti dell’amido, polisaccaride o carboidrato complesso, che interagendo con il carbonato di calcio presente nella calce dà origine a microstrutture che migliorano le performance del materiale.

Davvero un caso molto particolare di riscoperta delle virtù di un materiale organico che si pensava potesse essere adatto a tutto, ma non certo  a costruire.

Un’immagine del riso “appiccicoso” usato nel mix

Questo mix di componenti inorganiche (il carbonato di calcio) ed organiche (amilopectina del riso) potrebbe dunque venire preso in considerazione al fine di ristrutturare vecchie costruzioni o dare luce a nuove.

In chiave ambientale, costituirebbe un passo verso una maggiore sensibilità e responsabilità, alla luce del fatto che l’edilizia rappresenta uno dei settori con il più elevato impatto ambientale.

Un problema sentito anche in Cina, dove il boom immobiliare degli ultimi trent’anni rischia di lasciare ferite difficilmente sanabili sul territorio in un futuro.

Cosmetica naturale: “burrocacao fai da te”

Il burrocacao è un prodotto essenziale per le nostre labbra, le quali durante l’inverno tendono a rovinarsi a causa del freddo e durante l’estate si seccano a causa del sole .

Creare un burrocacao fatto in casa è semplicissimo e se fatto bene è decisamente  migliore di quelli che si trovano in commercio .

Gli ingredienti che occorrono sono pochissimi e facilmente reperibili.
INGREDIENTI 
  1. Un barattolino di vetro (come quelli utilizzati per gli omogeneizzati)
  2. un cucchiaino
  3. la cera d’api
  4. olio di mandorle dolci o in alternativa un olio a vostra scelta
  5. burro di karitè
  6. un contenitore da burrocacao ( tra quelli che abbiamo consumato)
PROCEDIMENTO 
MIscelate in un barattolino un cucchiaino di olio di mandorle dolci, uno di burro di karitè e uno di c’era d’api.
Mettete il barattolino a bagno maria e attendete che tutti i componenti siano sciolti , dopodiché inserite il composto dentro il contenitore da burrocacao e lasciate riposare in frigo tutta la notte .
Se volete un  burro più morbido mettete più burro di karitè e meno cera d’api, al contrario se lo desiderate più duro .
Per un effetto leggermente colorato aggiungete una punta di cucchiaino di colorante alimentare, mentre se volete una determinata profumazione, aggiungete 2 goccine degli oli essenziali che preferite.
 La mattina seguente il vostro meraviglioso burrocacao sarà pronto !!!

Infrastrutture energetiche per un futuro migliore

Progetto creativi e realizzabili che trasformano le vecchie infrastrutture autostradali in sistemi intelligenti capaci di produrre energia, di riqualificare e di dare slancio all’economia

 

 

Nella quotidiana frenesia di tutti i giorni, le infrastrutture per la mobilità sono diventate un elemento estremamente importante per il nostro stile di vita contemporaneo. Troppo spesso però le porzioni di territorio dedicate al trasporto di cose e persone non vengono tenute nelle dovuta considerazione, trasformandosi in piccole parentesi di tempo “sprecato” per spostarsi da un luogo all’altro. In realtà se dessimo un valore aggiunto a tutte le superfici dedicate alla mobilità, ci troveremmo ad avviare una massiccia riqualificazione del territorio, guadagnandoci in salute e in economia. E’ questa l’idea da cui è nato il concorso internazionale Green Boulevards. Viali alberati del terzo millennio”, che si è dedicato alla ricerca di progetti innovativi che, attraverso un attento design, sapessero integrare dispositivi di produzione energetica con contesti infrastrutturali contemporanei, innescando un processo di riqualificazione automatico.

Dopo un’attenta analisi la Giuria ha finalmente emesso il verdetto, annunciando i nomi dei due vincitori che oltre a ricevere un premio in denaro di 5.000 euro, si sono guadagnati una borsa di studio di pari valore che gli consentirà di sviluppare i progetti nel concreto. Accanto ai due primi classificati, il concorso ha premiato altri quattro progetti con le medesime borse di studio, raggiungendo un totale di 6 proposte innovative, da sviluppare accanto a partner istituzionale, per lo sviluppo di reti di comunicazione green, indirizzati in questo caso ai temi strategici del masterplan per l’area metropolitana Roma-Salerno.

 

 

I progetti vincitori


1° Classificato: Infrawater(Gruppo A2BF – Beniamino Fabio Arco, Rosario Badessa, Fabrizia Berlingieri, Giovanna Falzone).

 

 

Un progetto che ha completamente ripensato ai 270 km di autostrada che separano Salerno da Roma, assegnando un nuovo valore agli spazi inutilizzati che molto spesso si incontrano accanto ai 26 svincoli che caratterizzano questo asse viario.

Il progetto prevede l’inserimento in questi “nonluoghi” di ampie vasche per la raccolta dell’acqua piovana da utilizzare per l’irrigazione dei campi vicini, contenenti un sistema di depurazione attraverso la coltivazione di micro-alghe che, oltre a rendere potabile l’acqua, migliora la qualità dell’aria e produce una notevole quantità di BioFuel e BioGas utilizzabili per i mezzi agricoli delle vicinanze. Una proposta ingegnosa, perfettamente realizzabile semplicemente con fondi privati e pubblici che, con un solo intervento, darebbe valore aggiunto all’economica agricola e alle tradizioni locali, creando una metodologia nuova per produrre energia rinnovabile e riqualificare l’ambiente.

 

 

2° Classificato: INWAVE (Gruppo 3A+R – Dario Aureli e Silvia Ramieri – Anselmi Attiani Architetti Associati).

 

In questo progetto l’asse autostradale viene inserito all’interno di una struttura geodetica realizzata in acciaio Corten, attrezzata con elementi fonoassorbenti per ridurre l’impatto acustico dell’autostrada sull’ambiente circostante, moduli fotovoltaici e piccole pale eoliche per la produzione di energia rinnovabile ed elementi naturali per integrare al contesto la struttura. Secondo le stime degli autori della proposta, per realizzare una struttura di questo tipo dovrebbero essere necessari 1,2 mln di euro ogni 100 metri di autostrada, con un ritorno in termini energetici pari a 27.000 kW/anno ogni 100 metri lineari per le micro turbine eoliche e 150-200 kW/anno per 100 ml per i pannelli fotovoltaici. I vantaggi sarebbero ovviamente numerosi, a partire dalla riqualificazione paesaggistica del territorio, sino al risparmio di risorse ottenibile grazie alla produzione di energia pulita.

 

 

Le 4 borse di studio


3° Classificato: VITAEDUCTUS (Gruppo Atelier CMJN, Gaël Brulé, François Lepeytre, Ana Bras, Eric De Thoisy).

 

 

Una proposta che nasce da una curiosa coincidenza in un particolare tratto dell’autostrada Ro-Sa che, estendendosi in questo punto perfettamente da est ad ovest, si dispone in perpendicolare ai forti venti da sud, trovandosi con sole e vento provenienti dalla stessa direzione. I progettisti in questo caso hanno creato un “viadotto” del tutto originale, inserendo lateralmente i pannelli fotovoltaici e le speciali microturbine eoliche, e rivestendolo con strati di vegetazione poi destinati alla produzione di biocarburante.

 

 

4° Classificato: New mobility for new structure (Gruppo [ia]2, Chiara Barbieri, Aniello Camarca, Ornella Mazzarella, Michele Pirozzi, Adriano Tortora).

 

L’oggetto della proposta è la linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro che collega il Parco Nazionale del Cilento con i Monti Alburni e che giace inutilizzata dal ’87. Il progetto prende i 76 km di tracciato inutilizzato e li trasforma in 156 km di infrastrutture green e smart, destinate a salvaguardare l’habitat naturale, alla produzione di energia pulita (solare, eolico, idroelettrico) ed alla rivitalizzazione economica locale. La nuova mobilità di progetto permetterà di avvicinarsi all’area in “punta di piedi”, sfruttando le piste ciclabili e pedonali o utilizzando gli innovativi e-bus, autobus elettrici a ricarica induttiva wireless che, senza fili o tralicci, consentono di spostarsi con facilità senza inquinare e senza rumore.

 

 

5° Classificato: Natural born green boulevard (Gruppo effequattro, Germana Di Gennaro, Stefania Ragozino, Rolando Di Gregorio, Livia Falco).

 

Anche in questo caso un tratto ferroviario (30km) inutilizzato (tra Cancello e Torre Annunziata) trasformato in un “green boulevard” attrezzato per la mobilità lenta e per la produzione integrata di energia pulita, collocando in corrispondenza delle vecchie stazioni impianti di desalinizzazione dell’acqua di mare, sistemi di recupero degli scarti delle vicine campagne (trucioli legno, residui della coltivazione dell’uva,…) e delle acque reflue, per riqualificare a 360° tutta l’area.

 

 

6° Classificato: Cluster Hills for Energy (Gruppo 5s_12, Valeriana Senese, Irene Labella, Chiara Statini, Stefania Nannelli, Giulia Nerbini).

 

L’area di progetto è collocata in una posizione strategica, tra il Corridoio 1 che collega Berlino a Palermo, e Corridoio 8 tra Bari e Varna. La proposta prevede di affiancare alla struttura ferrovia che colleghi i principali poli industriali del sud Italia, un asse simbolico infrastrutturale che sia in grado di mettere in atto una serie di strategie che possano portare al concetto chiave di “Rifiuto-Energia-Prodotto-Rifiuto”. Significa che le vicine aziende agricole, le industrie, e gli agglomerati urbani, produrranno l’Input, ovvero i rifiuti organici. La trasformazione di questi scarti in energia termica, elettrica e biogas, sarà invece l’Output andando a ridistribuire a sua volta, l’energia prodotta, ai soggetti Input e generando un ciclo chiuso perfettamente stabile.

La lavastoviglie che lava senza acqua nè sapone

Una lavastoglie che è anche un mobile sgrassa i piatti con la CO2 senza impiego di acqua nè di sapone

Niente acqua né sapone. Stop al brillantante e a pacchi pesanti di sale per la lavastoviglie che riesce a pulire i piatti sfruttando il ghiaccio secco. In poche parole il ghiaccio secco non è altro che anidride carbonica supercritica, ovvero il gas che si forma quando il ghiaccio dallo stato solido passa direttamente allo stato gassoso senza diventare fluido, una reazione chimica che garantisce una pulizia ottimale delle stoviglie, che risultano perfettamente sgrassate.

Si chiama DualWash e a guardarla sembra un pensile da cucina mentre invece è una lavapiatti ecologica e silenziosa, messa a punto dai ricercatori della Middle East Technical University di Ankara. Realizzato per Siemens e Bosch il dispositivo è nato dal genio di un gruppo di designer che ha preso parte al programma “Home Heroes”, sponsorizzato dal brand turco Profilo, grazie al quale sono stati realizzati dagli studenti del METU numerosi progetti di design curiosi

Naturalmente belli: i “Vapori”

Per pulire in profondità la pelle del viso e ristabilire la giusta percentuale d’acqua dello strato corneo, sono molto utili, almeno una volta alla settimana, suffumigi che sfruttano le benefiche proprietà del vapore. L’uso del vapore per la pulizia del corpo risale al tempo dei romani quando i bagni, in tutte le colonie dell’impero, presentavano una combinazione di vapore, pulizia e massaggi.

Il bagno di vapore per il viso presenta molti benefici:
• Apre i pori.
• Rimuove le cellule morte.
• Migliora la circolazione.
• Consente una pulizia profonda.
• È utile per l’acne e i punti neri.
Il vapore, inoltre, potenzia l’azione di altri trattamenti estetici: le creme idratanti penetrano più in profondità e i prodotti esfolianti risultano più efficaci Il bagno di vapore può essere fatto settimanalmente come parte delle pratiche di cura del viso, ed è un eccellente precursore per la maschera facciale.

Tutto quello che vi occorre, oltre al vostro viso, è un detergente, una pentola, dell’acqua e un ampio asciugamano.

1. Rimuovete il trucco e pulite il viso, usando acqua e sapone o il vostro detergente preferito. Picchiettate gentilmente la pelle asciutta dopo averla sciacquata.
2. Riempite la pentola approssimativamente con tre tazze di acqua e portate ad ebollizione.
3. Trasferite l’acqua in un contenitore ampio e poco profondo.
4. Tenete il viso almeno a 30 cm ca. dal vapore, disponete l’asciugamano sopra la testa in modo da formare come una tenda che comprende la testa e il contenitore d’acqua. Il vapore deve essere caldo, non bollente! Se il vapore è troppo caldo, o non vi sentite a vostro agio, fermatevi immediatamente!
5. Restate sotto l’asciugamano per cinque-dieci minuti e sciacquate poi con acqua fredda in modo da chiudere i pori.
6. Fate seguire l’operazione da una maschera per il viso o da una crema nutriente leggera.

Potete anche aggiungere nell’ acqua erbe benefiche per la pelle come il tè verde, la camomilla, la lavanda o la menta. Prima di usare qualsiasi erba, accertatevi di non avere allergie alla pelle.

Un altro metodo:

1. Pulitevi il viso.
2. Immergete sotto l’acqua calda e corrente un asciugamano pulito, strizzatelo e ponetelo sul viso.
3. Quando l’asciugamano si raffredda (solitamente in meno di un minuto), toglietelo, e ripetete il passaggio ancora per due volte. Per ottenere i risultati migliori, applicate l’asciugamano per 5-10 minuti.
4. Sciacquate con acqua fredda e procedete con la maschera o con la crema nutriente.

Non allarmatevi se, alla fine del trattamento con il vapore, la pelle del viso risulta arrossata; è proprio l’effetto vasodilatatore del calore ed è destinato a scomparire in breve tempo. Potete limitare l’arrossamento con l’applicazione, di un tonico decongestionante picchiettando delicatamente l’epidermide con un batuffolo di ovatta.

Ricordate che l’uso di una temperatura troppo alta, in entrambi i metodi, può essere più nocivo che positivo. Un calore eccessivo può irritare la pelle: fate attenzione e consultate il medico nel caso abbiate una pelle sensibile o soffriate di allergie di qualche tipo.

Un Natale ecosostenibile

Gli italiani sono sempre più eco-consapevoli, anche sotto l’albero di Natale. È quanto emerge dalla ricerca di Atomik Research commissionata da Timberland sui consumi degli italiani nel periodo delle feste di Natale. Una consapevolezza che va oltre il semplice acquisto di un abete naturale. Piccoli accorgimenti per rendere ancora più verde la fine dell’anno.

Il 100% del campione intervistato – più di mille uomini e donne di età compresa tra 18 e 60 anni – ha dichiarato la ferma volontà di abbracciare per le feste soluzioni in grado di abbattere sensibilmente le emissioni di carbonio. Dal ripiantare l’albero agli ingredienti biologici per rendere più green anche i piatti della tradizione. Scelte che passano anche dall’impacchettare i regali con carta riciclata al riuso degli addobbi degli scorsi anni. L’83% degli intervistati spegne regolarmente le luminarie per non sprecare inutilmente energia e promuovono queste buone abitudini anche con le nuove generazioni.

Babbo Natale poi si conferma l’ultimo grande eco-eroe, con la sua slitta trainata da renne risparmia, migliaia di litri di carburante per consegnare i doni. Ne è convinto l’89% degli intervistati. Il 35% sceglie di utilizzare tecnologie Voip come Skype per contattare i propri cari.

“Per Timberland la tutela dell’ambiente è da sempre fondamentale e stiamo lavorando al massimo per produrre e vendere prodotti ecocompatibili. Siamo entusiasti di vedere che sempre più consumatori condividono la nostra stessa passione cercando di compiere azioni green anche durante il periodo di Natale” ha sottolineato Anabel Drese, Europe CSR Manager di Timberland.

E sulla stessa scia continua anche l’impegno del colosso svedese Ikea per l’ambiente, anche quest’anno chi acquista un albero naturale avrà la possibilità di riconsegnarlo presso il punto vendita dal 4 all’11 gennaio ricevendo o un buono equivalente al costo totale di 14,99 euro o un buono da 12.99 euro donando così 2 euro al WWF per un progetto di gestione e conservazione in uno degli ecosistemi dell’Abruzzo.

La casa origami muta a seconda del meteo

Può avere ben otto configurazioni per adattarsi a qualsiasi temperatura e ottimizzare i consumi

Una casa modulare costruita come un origami che si modifica in base alle esigenze ambientali, ottimizzando i consumi energetici per luce e riscaldamento. La D*Haus, progettata dagli architetti inglesi David Grunberg e Daniel Woolfson, può assumere otto diverse configurazioni, rispondendo meglio alle condizioni stagionali, meteorologiche e astronomiche.

The Dynamic D*Haus by The D*Haus Company
All’interno ci sono due camere da letto, un soggiorno a pianta aperta e un bagno. Gli spessi muri possono diventare, scorrendo su binari, pareti interne o esterne. Per esempio, nei mesi estivi, si può scegliere la configurazione con la camera da letto affacciata a Est per godere del sorgere del sole sdraiati sul proprio letto.
Secondo i progettisti, la D*Haus è “il prodotto di una realizzazione matematica applicata: ispirato al puzzle di logica di Dudeney, ogni abitazione è in grado di adattarsi all’evoluzione dei modelli di vita del futuro”.